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07/06/19

Aziende pet-friendly: animale e padrone mai più divisi



Aziende pet-friendly: animale e padrone mai più divisi

Hai mai pensato come sarebbe portare il tuo amico a quattro zampe a lavoro con te?
Hai mai pensato a quanto potrebbe aumentare la tua produttività sul luogo di lavoro?
Più di buoni pasto ed altri benefits, gli italiani sono in testa tra i lavoratori europei che potendo scegliere, vorrebbero portare il proprio cane o gatto in ufficio.

Il bisogno è a livello internazionale: siamo seguiti dalla Spagna, Germania, Portogallo e come fanalino di coda, troviamo la Russia. Basti pensare che in azienda ben 7 lavoratori su 10 porterebbero il proprio cane in ufficio. (fonte sondaggio: Purina)

Alcune aziende sono già attrezzate, come la stessa Purina che offre l'opportunità di portare il proprio cane ogni giorno in ufficio, basta seguire tre semplici regole (microchip presente, documentazione sanitaria in regola e registrazione all’anagrafe canina).

Oltre a regole da rispettare, ci sono anche tanti benefici a seguito. Uno dei principali vantaggi è quello di attrarre talenti, proprio così, perchè tra i fan principali di questo comune “bisogno” ci sono i millenials (generazione dei nati tra gli anni 80 e 90). Meno sensi di colpa nel lasciare i nostri amici a casa da soli e un ambiente lavorativo più sereno e rilassato.

Diverse sono le aziende che hanno già adottato misure Pet-friendly, non solo Purina ma anche Amazon (sede di Seattle - USA) e Ferrari Corporation (azienda di Tokyo), in quest’ultima si è deciso di adottare addirittura 9 felini abbandonati per ridurre lo stress nei dipendenti che li hanno davvero “adottati” portandoli a casa la sera e riportandoli in azienda la mattina.
C’è poi chi ha concesso un vero e proprio “congedo di maternità” per la nascita di nuovi animali in famiglia, si chiama “fur-ternity leave” (nome coniato da una nota agenzia di comunicazione americana) e consiste nell’assenza del dipendente in azienda per la durata di una settimana a seguito di una nascita felina o canina nel proprio nucleo familiare.

Tra queste casistiche internazionali, sottolineiamo un fatto degno di nota accaduto in Italia, siamo all’Università di Roma “La Sapienza” dove ad una dipendente è stato concesso un permesso appositamente per stare vicino al suo cane nel decorso della sua malattia.

Parliamo a questo punto di “membri della famiglia” riconosciuti a tutti gli effetti e, in quanto tali, con diritti e doveri al seguito.

Non possiamo che pensare ad un futuro più roseo e positivo, dove si potrà convivere armoniosamente in ogni ambiente, lavorativo compreso, con il proprio amico animale.

 

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